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LA MACCHINA DI TURING

  • Immagine del redattore: Salvatore Severino
    Salvatore Severino
  • 7 apr
  • Tempo di lettura: 1 min

Nel 1936, il matematico britannico Turing concepì una macchina immaginaria in grado di portare a termine ogni tipo di calcolo su numeri; a distanza di 14 anni, Turing scrisse per la rivista Mind l’articolo intitolato Computer machinery and intelligence, in cui propose il cd. test di Turing, finalizzato a discernere una macchina da un umano.


Nella sua formulazione classica, la macchina di Turing contempla:

  1. Un insieme finito di simboli denominato alfabeto, che include un simbolo vuoto e lo spazio o blank («–»);

  2. Un nastro di lunghezza illimitata, articolato in caselle;

  3. Una testina che scorre sopra il nastro in grado di leggere o di scrivere un simbolo dell’alfabeto;

  4. Un meccanismo di controllo con uno stato interno, che definisce il comportamento della macchina in riferimento al suo stato e al contenuto della casella del nastro.





La macchina procede all'analisi del contenuto delle caselle del nastro una cella per volta, partendo dalla cella contenente un simbolo diverso dallo spazio collocato più a sinistra sul nastro.


Il funzionamento procede per passi; in pratica, ad ogni passo la macchina legge un simbolo sul nastro, potendo procedere in tal modo:

  1. Modifica il suo stato interno;

  2. Scrive un simbolo dell’alfabeto sul nastro;

  3. Sposta la testina a sinistra (<) o a destra (>) di una casella.


    NOTE


    Cordeschi R., Tamburrini G., (2015), Alan Turing e il programma di ricerca dell'Intelligenza Artificiale, Hosni H., a cura di. Menti e macchine. Alan Mathison Turing a cento anni dalla nascita. Pisa: Edizioni della Normale, 87-126.


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