LA GUERRA DI COREA (1950-53)
- Salvatore Severino
- 9 apr
- Tempo di lettura: 3 min

La guerra di Corea è stato un conflitto bellico tra la Repubblica Democratica Popolare di Corea (Corea del Nord) e la Repubblica di Corea (Corea del Sud); iniziata nel 1950, la guerra raggiunse proporzioni internazionali quando la Corea del Nord invaso il Sud.
Le Nazioni Unite, con gli Stati Uniti come principale partecipante, si unirono al conflitto dalla parte dei sudcoreani, mentre la Repubblica Popolare Cinese sostenne la Corea del Nord.
Dopo che entrambe le parti subirono ingenti perdite, i combattimenti terminarono nel luglio 1953 con la Corea ancora divisa in due stati; i negoziati del 1954 non portarono a nessun accordo, e da allora la linea del fronte è stata accettata come confine de facto tra Corea del Nord e Corea del Sud.
Gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica concordarono nell'agosto del 1945 di dividere il paese per scopi amministrativi al 38° parallelo (latitudine 38° N); le due parti non riuscirono ad individuare un accordo su una formula che avrebbe portato a una Corea unificata, e nel 1947 il presidente degli Stati Uniti Truman convinse le Nazioni Unite ad assumersi la responsabilità della nazione.
Ad ogni modo, l'esercito statunitense rimase, formalmente, al controllo del Sud fino al 1948; ad ogni modo, la creazione di una Corea del Sud indipendente divenne una politica delle Nazioni Unite all'inizio del 1948.
Nel 1948 venne costituita la Repubblica di Corea (Sud) con Syngman Rhee come presidente; all'inizio del 1949 Kim Il-Sung insistette con il leader sovietico Stalin che era giunto il momento di un'invasione convenzionale del Sud, ma Stalin rifiutò, preoccupato dell’impreparazione delle forze armate nordcoreane e dal possibile coinvolgimento degli Stati Uniti.
Dopo un'altra visita di Kim a Mosca nel marzo-aprile 1950, Stalin approvò l'invasione; alle prime ore dell'alba del 25 giugno, i nordcoreani attaccarono oltre il 38° parallelo, con un’offensiva condotta dal Corpo dell'Esercito Popolare di Corea (53.000 uomini), attraversò il fiume Imjin verso Seoul.
L'Esercito popolare coreano arrivò a Seul nel pomeriggio del 28 giugno, ma i nordcoreani non raggiunsero il loro obiettivo di una rapida resa del governo; la risposta iniziale di Truman fu di ordinare il trasferimento di munizioni alla Repubblica di Corea (Sud) e di utilizzare la copertura aerea per proteggere l'evacuazione dei cittadini statunitensi.
Truman si rivolse alle Nazioni Unite per richiedere che gli Stati membri dell'ONU fornissero assistenza militare alla Repubblica di Corea; l'opinione pubblica e quella del Congresso degli Stati Uniti, nel frattempo, sostenevano l'intervento militare senza particolari dissensi.
Mao Zedong e Stalin appoggiavano la Corea del Nord; a ben vedere, Stalin era contrario all’attacco, mentre Mao riteneva fosse dovere della Cina sostenere Kim; in tempi brevi, l’esercito cinese conquistò Seul e quasi tutto il territorio della Corea del Sud.
Gli Stati Uniti misero in atto un’adeguata reazione, in quanto temevano un’espansione del potere comunista; in tal conseguenza, e sotto la supervisione dell'ONU, attaccarono la penisola coreana.

La guida dell’intervento era affidata al generale MacArthur, che era stato uno dei principali artefici della vittoria sul Giappone nel secondo conflitto; sotto la guida di MacArthur, gli statunitensi, e i loro alleati, respinsero i nordcoreani dalla Corea del Sud, andando ad occupare l’area settentrionale.
A sostegno di Kim, nell’ottobre del 1950 l’esercitò cinese attaccò gli statunitensi e i sudcoreani; globalmente, presero parte al conflitto, all’incirca, 300.000 soldati della Cina e, al cospetto di tale offensiva, l’esercito statunitense venne obbligato a ritirarsi e ad abbandonare la stessa Seul ma, in una reazione frontale, il 14 marzo 1951 riuscì a riprendere il controllo della capitale.
La linea del fronte si stabilizzò nei presi del 38° parallelo.
A decorrere dal 1951 in poi, il conflitto assunse le fattezze di una guerra di posizione: ad ogni modo, considerando il dispendio, in termini di vite umane ed economico, le due parti iniziarono trattative per conseguire una tregua e, di conseguenza, arrivare ad un armistizio.
Nella cittadina di Panmujeon, localizzata presso il confine, i due rappresentanti si accordarono per terminare le ostilità e rispettare una linea di confine che correva nei pressi del 38° parallelo; in pratica, tale accordo segnava il termine della guerra di Corea, ma l’armistizio non aveva le fattezze di un vero e proprio accordo di pace, e non contemplava la definizione di relazioni diplomatiche tra le due Coree.
Dunque, da allora, però, il confine non è stato più modificato; la linea di demarcazione definita nel 1953 è rimasta invariata.
FONTE
Fiori A., (2012), 1950. La Guerra di Corea. In Introduzione alla Storia Contemporanea, (pp. 341-347). Il Mulino.
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