IL POSSIBILE RUOLO DEGLI OMEGA 3 NELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE AUTOIMMUNI E CONNESSE ALL'ETA'
- Salvatore Severino
- 27 mar
- Tempo di lettura: 3 min

Gli acidi grassi polinsaturi costituiscono un tipo di molecola identificabile, principalmente, nei trigliceridi; sono costituiti da circa 20 unità idrocarburiche che presentano due atomi di carbonio collegati da doppi o tripli legami, con conseguente saturazione degli atomi di idrogeno.
Appare possibile classificare due categorie principali di acidi grassi polinsaturi; gli Omega-3 e gli Omega-6.
In pratica, la principale differenziazione tra i due è la posizione dei doppi legami sulla catena del carbonio, sia in posizione 3 che 6.
I tre principali Omega-3 sono rappresentati dall'acido α-linolenico (ALA),
l'acido eicosapentaenoico (EPA) e l'acido docosaesaenoico (DHA).
I mammiferi non sono in grado di produrre l'acido grasso Omega-3 essenziale, noto come acido a-linolenico; di conseguenza, essi dipendono, per l'ottenimento, dalla dieta.
Le fonti nutrizionali di acidi grassi polinsaturi sono principalmente la frutta secca e il pesce come acciughe, sardine o sgombri; l'ALA è identificabile, principalmente, in fonti vegetali, mentre l'EPA e il DHA sono i componenti principali dell'olio di pesce.
Gli Omega-6 sono individuabili negli oli vegetali raffinati, nella carne, nel pollame, nelle uova e nel latte.
Mentre gli Omega-3 posseggono proprietà antinfiammatorie, mentre gli Omega-6 hanno effetti pro-infiammatori; a ben vedere, l'equilibrio tra i due costituisce la parte, maggiormente, rilevante in una nutrizione equilibrata.
Le popolazioni indigene, come gli eschimesi, note per il loro elevato consumo di pesce, evidenziano una frequenza notevolmente bassa di patologie autoimmuni e infiammatorie come il diabete di tipo 1, la sclerosi multipla e la psoriasi.
Se l'infiammazione acuta è autolimitata, protettiva e necessaria nel ripristinare l'omeostasi nei tessuti colpiti, l'infiammazione cronica rappresenta un fattore significativo che contribuisce all'insorgenza di patologie distinte; mentre gli eicosanoidi derivati dagli Omega-6, come le prostaglandine (PG), i trombossani (Tx) e i leucotrieni (LT), partecipano al processo infiammatorio, gli Omega-3, invece, non ricoprono un ruolo pro-infiammatorio, avendo l'effetto contrario.
I metaboliti derivati dagli Omega-3 sono in grado di regolare la risposta
immunitaria dei linfociti B e T, riducendo l'interleuchina (IL)-2, il fattore di
necrosi tumorale alfa (TNF-α) e l'interferone-gamma (IFN-γ) prodotti dalle cellule T CD8.
Studi randomizzati hanno evidenziato miglioramenti nelle manifestazioni cliniche connesse a patologie come l'artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico attraverso l'assunzione di acidi grassi Omega-3; ad ogni modo, mancano studi definitivi a lungo termine.
Comunque, il mantenimento di livelli elevati di Omega-3, rispetto agli Omega-6, è in grado di supportare l'organismo a ripristinare la capacità innata di modulare le reazioni infiammatorie;
Gli acidi grassi Omega-3 a catena lunga di origine marina sono in grado di ridurre l'infiammazione sistemica, andando a migliorare le manifestazioni cliniche e i parametri connessi ad alcune malattie autoimmuni.
Comunque, diversi studi hanno rivelato come l'assunzione di Omega-3, in combinazione con la vitamina D, può portare a una riduzione delle malattie autoimmuni, in quanto i due nutrienti operano, in sinergia, per contrastare l'infiammazione.
Gli acidi grassi Omega-3, quindi, producono effetti antinfiammatori, andando a ridurre la produzione di citochine pro-infiammatorie ed eicosanoidi, come prostaglandine e leucotrieni; in pratica, essi posseggono la capacità di competere con gli acidi grassi Omega-6 per gli enzimi coinvolti nella sintesi degli eicosanoidi, con conseguente riduzione della produzione di eicosanoidi pro-infiammatori.
Inoltre, gli acidi grassi Omega-3 possono modulare l'attivazione delle cellule immunitarie, come i macrofagi e i linfociti T, con conseguente mitigazione della risposta infiammatoria.
L'evidenza dell'effetto benefico degli Omega-3 sulle malattie metaboliche associate all'invecchiamento appare consolidato; diversi studi hanno dimostrato come il consumo di Omega-3 migliora la funzione cognitiva e le complicanze cardiovascolari.
Inoltre, gli acidi grassi Omega-3 possono ridurre la probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, riducendo la pressione sanguigna, diminuendo i trigliceridi e ridurre l'infiammazione.
Giova evidenziare come gli acidi grassi polinsaturi sono uno dei principali componenti dei lipidi cerebrali; è stato dimostrato come gli Omega-3 producono effetti positivi sul deterioramento cognitivo, oltre a generare potenziali benefici neuroprotettivi nei riguardi di malattie degenerative.
Diversi studi clinici hanno dimostrato un miglioramento dei sintomi, oltre ad un ritardo nella progressione della malattia in malattie autoimmuni sistemiche; l'influenza positiva degli acidi grassi insaturi ha portato a evidenziare effetti positivi nel trattamento di pazienti con malattie come l'artrite reumatoide
FONTI
Poggioli R., Hirani K., Jogani V. G., Ricordi C., (2023), Modulation of inflammation and immunity by omega-3 fatty acids: a possible role for prevention and to halt disease progression in autoimmune, viral, and age-related disorders, European Review for Medical & Pharmacological Sciences, 27(15).
Duarte-Garcia A., Myasoedova E., Karmacharya P., Hocaoğlu M., Murad M. H., Warrington K. J., Crowson C. S., (2020), Effect of omega-3 fatty acids on systemic lupus erythematosus disease activity: A systematic review and meta-analysis, Autoimmunity reviews, 19(12), 102688.
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